Fuoritema [di Rino D’Orio]

Fotografare a tema è un importante esercizio di disciplina: addestra al rigore e alla riflessione, insegnando a “costruire” le proprie foto.

Se poi sul tema si impianta un concorso, si aggiunge un altro fattore interessante: la richiesta dello sforzo creativo, necessario per rendere le tue foto in grado di distinguersi. Il concorso richiama lo spirito di competizione,  bisogna impegnarsi, cercando di ben interpretare il tema, declinandolo in modo da produrre delle foto con una personalità più marcata, che possano dire qualcosa che suoni fuori dal coro.

Fin qui tutto bene, ma un rischio incombe: andare Fuori Tema!

Il rischio c’è e c’è da rimanerci scottati: vedere il proprio lavoro che lascia perplessi (nella migliore delle ipotesi) coloro che devono guardarlo e giudicarlo è un’esperienza che ferisce l’orgoglio di qualsiasi fotografo o aspirante tale, lasciandolo disorientato e confuso, facendo nascere in lui la convinzione che forse è il caso di appendere la reflex al chiodo, magari ritelefonando al numero verde di SKY per fare quell’abbonamento full-inclusive che gli stanno proponendo con insistenza da qualche settimana a 58Euro al mese per i primi 12 mesi (poi dopo i primi 12 mesi puoi provare a rispolverare la reflex).

OK! OK, forse sto drammatizzando un po’, e forse è colpa della vecchia Prof di Lettere delle scuole superiori che, restituendomi il compito svolto due settimane prima, non mancava mai di aggiungere una scritta rossa in stampatello maiuscolo: FUORI TEMA. Tuttavia, traumi adolescenziali a parte, quanto più ci si spinge ai limiti delle possibilità interpretative del tema, tanto più aumenta il rischio di ritrovarsi con risultati dal significato oscuro, con messaggi troppo nascosti e chiari solo nella mente dell’autore .

Ma allora cosa fare? Cedere alle tentazioni del proprio spirito creativo o mostrarsi diligenti in un’interpretazione “classica” del tema, puntando tutto sulle proprie capacità tecniche?

E’ chiaro che la risposta è: Tutte e due le cose! Tuttavia, quando il compromesso è d’obbligo, il mio spiritello creativo, più volte mortificato ma testardo, prende il sopravvento, con buona pace del rigore formale. Vince l’idea di  scattare in maniera più istintiva che meditata, per annotare un’idea che in quel momento sembra possa davvero funzionare, magari da rifinire meglio davanti al PC, rivedendo e scartando le idee meno brillanti. Ed ogni volta finisco col convincermi che, a pensarci bene, nella ammaliante voce al telefono che mi propone un pacchetto di offerte televisive in HD, non c’è la giusta carica, e un’antica e sbiadita suggestione prende corpo in una nuova convinzione: la voce è quella della vecchia Prof che in epoca di lavoro 2.0, deposta la penna rossa ed inforcate cuffia e microfono, vuole stavolta suggerirmi di andare fuori tema.

Tutto ciò detto, ad esclusivo uso dei pochi che sono riusciti a leggere fin qui, allego le mie proposte fotografiche per il tema Sfregiarte.

[Gallery]

 

[Slideshow (inspired by Cinzia)]

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10 risposte a Fuoritema [di Rino D’Orio]

  1. Giuseppe Farcomeni scrive:

    … ho letto tutto, ed ho fatto bene , perché oltre all’ironia che ti contraddistingue , nell’articolo hai fatto un bel “sunto” di quelli che sono gli stimoli e le insidie di partecipare ad un concorso fotografico. Ecco andando quindi alle immagini, devo dire che mi piace molto la tua interpretazione del tema che mette in evidenza un’ulteriore esempio di come la creatività è del tutto soggettiva. Passaggi, profondo rosso e ci siamo chiusi fuori, le mie preferite ; le immagini denotano tutte un’elegante composizione e tutte sono ben contestualizzate. A mio avviso un modo raffinato di rappresentare il tema. Bravo Rino.
    Ciao Pino

  2. Cinzia scrive:

    Ciao Rino,
    ho letto con grande piacere il tuo articolo, un vero esercizio di stile con quel pizzico di ironia che ti porta ad arrivare fino alla fine, come bere un bicchiere d’acque tutto d’un fiato dopo una corsa. Veramente complimenti!!!
    Ma vengo alle foto. Sono tutte molto curate ed originali, un modo diverso di interpreare questo tema.
    “Profondo rosso 1” e “Ci siamo chiusi fuori” le mie preferite.
    Anche “Carnival” mi piace molto ma non so se perchè mi ricorda una mia foto che feci nella stessa uscita,

    Salutoni
    Cinzia

    p.s. mi fa piacere averti ispirato per lo slideshow 🙂

  3. Rino scrive:

    Grazie ad entrambi per le belle parole e soprattutto per il tempo che avete dedicato al mio articolo.
    Il tempo manca un po’ a tutti ma i commenti sono l’essenza di un blog e riceverli è sempre gratificante.

    Rimanendo in tema, come compito a casa scriverò dieci paginette con la frase:

    Prometto che scriverò più commenti.
    Prometto che scriverò più commenti.
    Prometto che scriverò più commenti.
    Prometto che scriverò più commenti.
    Prometto che scriverò più commenti.

    Rino

  4. Paolo scrive:

    Ciao Rino!!
    Mi aggiungo agli “esclusivisti pochi che avendo letto con piacere esclusivo possono rispondere alla tua!!!
    Bello il “tema del fuori tema” che proponi!!
    La difficoltà del tema sta nel fatto che l’abbiamo adottato “solo fisso” perchè se era libero il fuori tema era più difficile!!
    Per andare consapevolmente od inconsapevolmente fuori tema una sola condizione è certa quindi .. il tema ci deve essere …e fisso … ed eccolo qui:
    “SfregiArte”
    Writers (muri, serrande, vagoni …), crepe, pubblicità abusiva, vetustà, degrado: segni quando deturpanti e quando forme d’arte inconsapevole.
    L’autore dovrà rappresentare secondo la propria visione come i “segni”, dell’uomo o del tempo, si contestualizzano nei luoghi ove appaiono, modificandone l’aspetto , deturpandoli o arricchendoli.

    Quindi, armato della lettura fresca del regolamento ed in particolare di quel “l’autore dovrà …etc etc etc ” ecco il mio giudizio sulle tue immagini (libero, arbitrario, aleatorio e magari mutevole!! 🙂

    Sfregiarte 1 .. bella … fuori tema (ricorda il libero, arbitrario, aleatorio e magari mutevole)
    Sfregiarte 2 quella statua classica stretta a sinistra su quel pavimento moderno specchiato e rigato , con la folla che si muove pare soffrire della sua posizione … mi piace, in tema .. lo sfregio lo vedo nel pavimento e l’insieme lo trovo “sfregiartico” (ricorda il libero, arbitrario, aleatorio e magari mutevole)
    Rigorose e molto belle la 3 e la 4 … fuori tema (… … e mutevole)
    5, 6, 7 .. carnival in tema le altre no (…..vole)

    Ricordati di mantenere le promesse!
    Ricordati di mantenere le promesse!
    Ricordati di mantenere le promesse!
    Ricordati di mantenere le promesse!

    🙂
    Un salutone!!!
    Paolo

  5. Pino scrive:

    Beh in effetti dopo l’ulteriore chiarimento di qualche sera fa e parlo “dell’autore dovrà…. modificandone l’aspetto , deturpandoli o arricchendoli.” la 3 e la 4 diciamo che sono fuori 🙁
    Ciao
    Pino

  6. Rino scrive:

    Grazie a Paolo per il commento, sicuramente libero, arbitrario, aleatorio e mutevole, ma anche ricco e forbito.
    Il ritorno di Pino dimostra poi che le serate del gruppo sono belle occasioni per discutere e sviluppare nuove riflessioni.

    Aggiungo anche qualche “riflessione dell’autore” sulle foto: nella mia interpretazione, il tema proposto da Sfregiarte si presenta come un interrogativo prima ancora che come una traccia. L’interrogativo è quello secolare della distinzione tra cosa sia arte e cosa non lo sia.
    Il primo gruppo di foto nasce proprio da questa interpretazione “istintiva” del tema. L’ambientazione l’avrete riconosciuta (la GNAM di Roma), che a mio avviso ben incarna l’essenza della diatriba Arte-Non Arte. Nelle prime due foto, la ragnatela di crepe sul pavimento a specchio, segno di interpretazione dell’arte in senso moderno, si contrappone alle sculture di ispirazione classica. Mi è sembrato che l’opera strizzasse l’occhio al tema Sfregiarte e mi è piaciuto il grafismo dei segni sul pavimento. La scelta del Bianco e Nero è dovuta ad un’illuminazione mista naturale/fluorescente, molto problematica da bilanciare (e poi, se dovessero finire sul calendario, costa meno la stampa).
    Nelle due foto successive (Profondo rosso 1 e 2) la piccola modella pare porsi non poche domande sul senso dell’opera che ha davanti, riproponendo in tal modo l’interrogativo in questione.

    Poi c’è il gruppo di tre foto scattate al centro sociale al Testaccio: qui per me il soggetto è la suggestione del luogo dove l’arte, o i tentativi di fare arte, sbucano da ogni angolo. In particolare, la foto con la grata prova a rappresentare proprio la separazione tra due stili di vita, con quelli che vivono dentro più impegnati a lasciare un segno del proprio passaggio.

    Come vedete, il tema l’ho metabolizzato, declinato, spintonato, riplasmato, stiracchiato e slabbrato ed alla fine le mie foto sono tutte in tema!

  7. Paolo scrive:

    🙂 … Rino rileggendo mi sono accorto di non aver indicato la mia preferita, … lo faccio più o meno sempre .. a volte è difficile ma questa volta no …. è proprio passaggi per come esprime il disagio e la costrizione del classico in mezzo al moderno … con i visitatori che velocemente transitano … come a dire che, tutto sommato .. si guuarda avanti e si va veloci e distratti, nonostante tutto e nonostante il bello ed il brutto che ci circonda!!
    Un abbraccione a tutti !
    Paolo

  8. Piero scrive:

    Ciao, Rino.
    Ho letto con molto piacere il tuo post e tutti i commenti a seguire. Interessante disquisizione sull’argomento. 🙂

    Tra le foto mi son piaciute molto “senza nome”, “Passaggi” e Profondo Rosso #1

  9. Rosaria Di Nunzio scrive:

    Ciao Rino…
    apprezzo il tuo post .. anche se credo il punto sia ben distante dallo “scivoloso concetto di Arte Non Arte”..ormai evitato anche dalle lezioni dei critici:)))
    In ogni modo anche se si ha il dubbio del Fuori tema credo che comunque si debba sempre osare un pò… altrimenti si rischia di bloccare la creatività che nel caso di noi fotoamatori “liberi da regole di ingaggio” dovrebbe rimanere la prima fonte di entusiasmo.
    In sintesi . anche se hai osato e hai fatto bene… reputo in tema solo le ultime tre foto e “Ci siamo chiusi fuori “quella un pò più originale.
    Un saluto
    Rosaria

  10. Rino scrive:

    Piero, grazie per il commento.

    Rosaria, a quanto pare ho osato troppo!
    Grazie e ciao.

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