Andrea Conti – Reportage: rito di cremazione

Indonesia – Città di Benpasar, capitale dell’isola di Bali.

In tutta l’isola si respira costantemente un’aria mistica, fatta di cerimonie sacre collettive e private, immerse nella vita quotidiana, riti propiziatori ed offerte votive continue da parte degli abitanti. Tra le altre cose, ho avuto il privilegio di poter seguire e fotografare un rito di cremazione collettiva secondo la tradizione Hindu locale.

Le persone della famiglia attendono fuori dalla casa l’uscita del feretro, e sono molto allegre; ciò di primo acchito risulta abbastanza incomprensibile. Tutto si spiega considerando che spessissimo la cremazione non avviene subito, ma a distanza di anni, e quindi il dolore per la perdita della persona cara è ormai mitigato, mentre la cerimonia dà l’occasione alla famiglia di riunirsi e stare insieme.

In strada è parcheggiato un grande carro decorato, persone della famiglia sono disposte con cesti di offerte. Il feretro viene caricato a braccia sul carro, una persona vi si siede sopra, e mentre i tamburi in coda intonano un ritmo pulsante, il corteo si avvia per le vie della città, verso il cimitero.

Gli uomini trascinano il carro, mentre le donne lo precedono portando in mano un lunghissimo nastro bianco, come a scortare l’anima della persona defunta e ad indicargli il giusto cammino. Uno degli uomini porta in mano un coltello rituale, che sarà utilizzato in seguito per aprire la bara. Lungo la via verso il cimitero le persone osservano il passaggio del corteo, mentre il traffico viene bloccato da apposite squadre per consentirne il passaggio.

All’arrivo nel cimitero, gli uomini preparano un baldacchino in bambù, sulla quale viene appoggiato il feretro. L’atmosfera si fa solenne. Tutta la famiglia si riunisce intorno al baldacchino, ed il coltello rituale viene utilizzato per aprire la bara, alcune persone osservano, in silenzio, mentre altre iniziano a riempirla con offerte di tutti i tipi, fiori, ghirlande, cibo, olio sacro, anche denaro. A turno, tutti offrono qualcosa.

Quando tutto è pronto, viene appiccato il fuoco. Un fumo denso sale verso il cielo, mentre tutti osservano in silenzio, raccolti a contemplare la scena, a pensare al defunto, al passato.

Intanto una bimba corre spensierata nel prato, una bibita fresca in mano, verso il futuro.

Andrea Conti – Photographer

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Informazioni su Andrea Conti

- Ho un'esperienza di più di 10 anni in pellicola, esperienza che ho poi trasferito all'utilizzo della tecnologia digitale. Mi sono avvicinato alla fotografia seguendo gli insegnamenti dei maestri del reportage (come Cartier Bresson, Berengo Gardin) e della foto di paesaggio (Ansel Adams su tutti). - Oggi la mia attività principale come fotografo riguarda la fotografia di matrimonio. - Il mio approccio alla fotografia è di stampo naturale. Non amo modificare le fotografie con effetti o artifici estremi di fotoritocco, ma sono invece alla continua ricerca della pura scrittura con la luce ambiente. - La frase che meglio descrive il mio approccio alla fotografia è questa, di Ferdinando Scianna: "...Laddove il pittore crea un quadro, chi ha una macchina fotografica riceve una fotografia. La foto non è creata dal fotografo. Lui apre solo una finestra per catturarla..." Corpi macchina analogici: Medio formato Zenza Bronica, con triade 40-75-150 Nikon F100 Nikon F90x Olympus OM4, con triade 28-50-135 Ricoh 35R Ingranditore Durst F60 con ottica Rodagon 50 2.8 Corpi macchina digitali: Nikon D700 Nikon D300 Fujifilm S3 PRO Fujifilm F10 Ottiche (tutte Nikon): 12-24 f/4G AFS 24-70 f/2.8G AFD 80-200 f/2.8 AFD 50 f/1.4G AFS Flash: Nikon SB900 Nikon SB800 Nikon SB80DX, Nikon SB28
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9 risposte a Andrea Conti – Reportage: rito di cremazione

  1. Amleto scrive:

    Ho osservato prima le immagini, poi letto il testo, ottimi entrambi. Un reportage sicuramente curato e da guardare con attenzione. Tra le immagini apprezzo particolarmente le 8,12,13,14,33…una qualità che ricorda la diapositiva…magari Velvia o Sensia. Ottima resa anche con luce “verticale”…insomma complimenti 🙂 Aml

  2. Stefano scrive:

    Un interessante reportage che ci porta ad osservare genti e culture molto differenti da noi. Mi ha colpito il fatto che sembra più una festa che un funerale. Bella la resa cromatica.

  3. Paolo scrive:

    Reportage interessante e molto materiale condiviso!
    Probabilmente qualcuna è sovrabbondante e credo si riesca a dare lo stesso racconto scremando un pochino.

    I tre temi aspetti con cui hai raccontato l’evento mi sembrano il rito; le persone; gli oggetti i gesti ed i particolari; col racconto letto prima è chiaro il contesto ed il legame che esiste tra le varie immagini.

    Anche se la “vivisezione” del reportage non è un operazione consona, mi permetto di farla, prediligendo in questa raccolta nell’ordine le foto alle persone, poi quelle al rito e per ultime quelle ai particolari.
    Ma non è delle singole foto che parliamo e quindi l’insieme mi pare, come detto prima, consistente ed un minimo omogeneizzabile.

    Grazie della condivisione!
    Un saluto
    Paolo

  4. pino scrive:

    Piu’ o meno sono sulla linea di Paolo,Un insieme di scatti veramente interessanti e molto descrittivi che ben raccontano l’evento che tu hai ulteriormente spiegato attraverso il testo. In effetti una pubblicazione multipla sarebbe piu’ efficace. Facendo invece un’analisi sulle singole foto devo dire che sono rimasto favorevolmente colpito dalla 7,9,12,31,35 ma soprattutto dalla 14 che trovo straordinaria. Nell’insieme un bel lavoro.
    Ciao
    Pino

  5. pAolA scrive:

    Andrea, reportage molto curato, dal quale forse eliminerei le foto in verticale.

    Il cielo è un pò una dannazione per i fotografi, ma mi sembra che, oltre ad evitarlo il più possibile, tu lo abbia tenuto sotto controllo, specie nelle ultime (dalla 31 in poi); hai esposto in manuale per le luci? hai mantenuto la “terna” per tutto il reportage?

    ciao
    pAolA

  6. Andrea Conti scrive:

    @pAolA: Si, ho esposto SEMPRE in manuale, se la luce non cambia la terna non cambia, in questo caso non è cambiata quasi mai; espongo per le “alte luci significative del soggetto”, rarissimamente espongo per le ombre con la Nikon, lo faccio solo con la mia fidata Fuji S3, che è in digitale come la pellicola negativa; per l’esposizione nel reportage non mi curo del cielo (se proprio serve uso un digradante ND), non mi curo di tutto ciò che non è il soggetto della foto, mi curo solo delle alte luci significative, ed una volta misurate non ci penso più. Grazie per il passaggio.

    Andrea.

  7. guido scrive:

    Bravo bravo Andrea, bel reportage, molto accurato.
    La parte fotografica (che è quella che ci interessa di più) è dettagliata ed a me sembra che solo pochissime foto potrebbero essere ridondanti; quasi tutte le trovo significative ed alcune (i ritratti ed alcuni dettagli), bellissime! Purtroppo il blog così com’è non favorisce molto questo tipo di presentazioni, per cui diventa molto penoso dover cliccare su ogni foto e poi tornare indietro, penalizzando la continuità e la fluidità del racconto.

    ciao Guido

  8. stefano_G scrive:

    Bel reportage. Cultura molto diversa dalla nostra c’è molto colore per una cerimona funebre.

  9. Alessandro scrive:

    Un gran bel reportage, Andrea.
    Ci hai portato per un pò in un posto molto lontano e ci hai fatto conoscere questa gente.

    Grazie.

    Ciao
    Alessandro

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