Assenza: “Teoria e pratica”

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5 risposte a Assenza: “Teoria e pratica”

  1. Rosaria Di Nunzio scrive:

    Molto carina l’idea! Avrei comunque evidenziato un pochino di più i fiammiferi in modo da far notare meglio la “pratica” 🙂
    In ogni modo complimenti per l’approccio originale.
    Ciao
    Rosaria

  2. Pino scrive:

    Si sono d’accordo con Rosaria. In questo tipo di immagini è importante anche l’aspetto tecnico che viene in aiuto per mettere in risalto un concetto che si vuole esprimere attraverso uno “still life”. Ciao P

  3. Alberto scrive:

    Originale la scelta degli elementi contrapposti rappresentativi del concetto. Esecuzione sapientemente accentuata con l’uso del chiaroscuro

  4. Angelo M. Castellano scrive:

    Ritengo anch’io che lo svolgimento del tema sia molto originale ma anche il versante tecnico è ben curato. Ho apprezzato l’ottimo uso della profondità di campo che pone in risalto la “teoria”.
    Ciao
    Angelo

  5. Salvatore Conte scrive:

    Come in tutte le immagini, quel che conta è l’effetto finale reso all’osservatore: qui l’autore trasmette la sensazione di un forte contrasto insito nelle cose fotografate. Da un lato abbiamo la fredda definizione di assenza, fredda nei colori e nella tipografia seriosa e lontana dalle assenze vissute delle persone; dall’altro lato, abbiamo un oggetto “caldo” per eccellenza: piccolo, simpatico, atto a generare fuoco, indifeso rispetto al progresso che ne ha decretato la scomparsa; inoltre, proprio in corrispondenza dell’accezione di “mancanza”, manca un fiammifero. Insomma un’abile messinscena, fortemente drammatica, con la sfocatura sui bordi che a me sembra la sfocatura di chi patisce l’assenza e di chi è assente da sé stesso: a volte manca un piccolo dettaglio (il fiammifero), a volte tutto (l’umanità assente dal vocabolario e dalla società che l’ha prodotto).
    E’ una fotografia dolente, figlia dei nostri tempi.

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