Visita mostra fotografica RFF 2009 (16/06/2009)

Come ormai tradizione anche quest’anno si tiene a Roma il festival della fotografia; è mancato il patrocinio del Comune ma l’evento romano è comunque di rilievo per gli appassionati della fotografia o di arti visive in genere!

La manifestazione si articola su un programma ricco ed in buona parte già completato; i dettagli sono qui.

All’appuntamento lanciato dal GFCR per visitare la mostra fotografica hanno aderito Guido, Pino e Luigino oltre a me.

Insieme abbiamo visitato la mostra; purtroppo solo la parte ad ingresso libero poiché per quella a pagamento la biglietteria ha chiuso alle 19, un’ora prima dell’orario di chiusura mostra (alle 20) …e ci siamo presentati, non sapendolo, alle 19:05!!!

Abbiamo comunque potuto vedere le foto di:
Davide Monteleone: Viaggio nel Caucaso
Geovanny Verdezoto: Roma Oculta
Guy Tillim: Città di mezzo
Il mio Desktop (un collage di immagini a cura di Repubblica .it)
Inoltre: un video di autoritratti credo basati sul Workshop tenuto sul tema da Cristina Nùnez; nell’ambito del Premio fotografia libro 2009 erano consultabili oltre 100 volumi fotografici di autori nazionali ed internazionali.

Qui riportiamo le nostre impressioni (soggettive per definizione quindi):

Paolo:
Probabilmente non ero sulla giusta lunghezza d’onda ieri sera; fatto sta che la prima cosa che mi vien da riportare non è legato a fattori emozionali o di contenuto ma al rigore del “livello di presentazione” con cui le opere sono state esposte; quasi che a colpirmi inconsciamente sia stata più la forma che non la sostanza di quel che ho visto.

Le circa 30 opere di Monteleone, rigorosamente in formato quadrato (circa 60×60 cm) esposte in perfetta simmetria su ognuna delle 4 pareti che le accoglievano; un lavoro decisamente ampio, nel tempo e nello spazio della vasta regione Russa. Non so se il termine bello può raccontare e compensare un lavoro così nel suo insieme ma per sintetizzare lo uso comunque.
La Roma Oculta di Geovanny Verdezoto, un giovane sudamericano che ha interpretato la nostra città mediante un reportage in cui lo stile, omogeneo e riconoscibile, passa attraverso la realizzazione e composizione tecnica; tutte le foto sono infatti in formato “panoramico” ed ottenute mediante composizione/manipolazione digitale; eppure non di panorami si tratta ma di persone e momenti di vita! Anche qui concluderei con un “bello”.

Poi le grandi stampe (circa 70×100 cm) di Guy Tillim con la “Città di mezzo”, per una Roma ripresa in punti diversi e con, per quanto mi concerne, risultati di gradevolezza non omogenei. Tra queste foto decisamente ad un bel “Ponte Flaminio” la mia preferenza (sarà l’influenza del nostro Progetto Tevere?).

Interessante forse “sociologicamente” il tabellone di Repubblica e molto belli i libri consultabili.

Guido:
Partirei dalle foto di Verdezoto che sono quelle che mi hanno colpito di più; tutte scattate nella Roma multietnica di piazza Vittorio, ritraggono momenti qualsiasi di vita cittadina: si passa dal mercato al coperto alla domenica in piazza, dal call center per le chiamate internazionali all’androne del palazzo occupato, dal vicolo con il mendicante all’ingresso della stazione e così via ritraendo i mille volti di quella parte della città in scene che più che d’intregrazione raccontano la quotidiana condivisione del degrado. La tecnica è molto particolare: sono tutti pannelli di un metro per trenta che abbracciano un angolo di campo a cent’ottanta gradi che non contiene però solo il ‘paesaggio’ ma inquadra sopratutto le tante persone in movimento su quella scena; non essendo assolutamente visibili punti di giunzione o quantomeno di discontinuità tra le parti ci siamo chiesti se non siano state scattate con una macchina con l’obiettivo rotante piuttosto che ricomposte successivamente via software (voto dieci!)

Poi c’è il bellissimo reportage di Monteleone sulle martoriate terre delle aree indipendentiste russe, si passa dalla Cecenia all’Ossezia alla Georgia e a tutti quei posti di cui leggiamo sporadicamente le notizie sui giornali; anche qui sono scene di vita normale: il bar, il banchetto di matrimonio, la spiaggia, in cui solo ogni tanto si intravvedono le rovine dei bombardamenti ma dove si respira in ogni scatto la disperazione e la follia della guerra (voto dieci anche qui!!!)

Da ultimo la città di mezzo di Guy Tillim; la città è sempre Roma ed è di mezzo perchè viene ritratta priva di persone in scorci spesso famosi ma sempre contaminati da oggetti che li sviliscono: macchine, mondezza, muri scalcinati ed imbrattati dalle pubblicità, lavori in corso; anche il tempo è spesso uggioso e privo di colore, ne risulta una città che oscilla tra le sue icone turistiche e la vista disillusa di chi ne vive il quotidiano degrado. le foto sono molto grandi (cento per settanta) ma purtroppo incorniciate sotto vetro e quindi poco godibili (voto sette)

Luigino:
Ci troviamo davanti a due reportage fotografici su Roma, commissionati a due autori stranieri, Geovanny Verdezoto e Guy Tillim che danno due visioni della città una antitetica all’altra.

Verdezoto (giovane fotografo ecuadoriano) si insinua tra le tante comunità di extracomunitari presenti nella nostra città, tra le loro angosce e speranze, spesso vane, di tutti i giorni. La macchina fotografica, insieme ad una sapiente opera di montaggio e di postproduzione, porta lo spettatore all’interno della composizione quasi a diventare un tutt’uno con la scena rappresentata. Il reportage fotografico, secondo me, come fin’ora s’era visto riceve un’ulteriore spallata. In un’epoca in cui tutto è ormai diventato di visibilità immediata, con le televisioni in ogni parte del mondo e con internet sempre più invadente ed informativo, l’attimo fuggente è diventato una pura chimera.

L’altro autore, Tillim (sudafricano), invece ci porta in una Roma che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, quotidiana ed insignificante. Sembrano set cinematografici che ricordano un po’ il periodo del neorealismo. E’ una città vissuta, quasi senza abitanti. Sono scatti anonimi, che mi hanno lasciato indifferente, tranne il fatto di avere un’installazione di tutto rispetto (grandi immagini).

Davide Monteleone, l’altro fotografo in mostra, con le sue immagini in cui le ombre, nelle foto in bianco e nero, e le sfumature di colori nelle foto a colori, ci porta in un mondo dove nostalgia, malinconia, solitudine e abbandono la fanno da padrone. Sono immagini forti, in cui il reportage sapientemente prodotto, ti porta all’interno di una cultura e di eventi tanto diversi.

Pino:
Sicuramente non sapro’ esporre come hanno fatto in maniera sciolta e ben argomentata gli altri, ma da parte mia posso dire di aver trascorso una paio di ore gradevoli parlando di qualcosa che mi piace ( anche con l’ansia di non ritrovare la macchina parcheggiata in zona rimozione…). Ho anche visto la mostra (!) e, come spesso accade, essendo estremamente critico con me stesso, mi son trovato ad esserlo allo stesso modo nel valutare i lavori degli altri. Per dirla meglio direi che piu’ che critico sono forse troppo esigente e questo spesso mi crea delle aspettative piu’ grandi di quelle che poi alla fine dovrei aspettarmi. Sto facendo outing!!! Tornando alla mostra condivido a pieno quanto già esposto da Paolo, aggiungendo che non mi sono emozionato vedendo le foto di GUY TILLIM (salvo per quella di C.so Francia alle luci dell’alba se non altro per la luce stessa , per i riflessi e per le geometrie che mi attirano particolarmente). Ho apprezzato per la qualità delle stampe per il taglio e per il grosso lavoro effettuato a favore dei contenuti, le foto di Monteleone. Particolarmente attraenti soprattutto per il lavoro in post e per l’idea, le foto di Geovanny Verdezoto che danno la sensazione di essere riprese in soggettiva proiettando chi le osserva all’interno dell’ambiente raffigurato.

Sicuramente il premio della critica va ad Ungheri Saverio ed alla sua mostra vintage (visitata più tardi, in genere e luogo diverso dal RFF 2009) e permamente sulla “bionica” in cui il simpatico artista ( padre di un collega) raffigura attraverso oggetti semoventi (molto anni ’70) la sua personale interpretazione della vita; molto concettuale.

Non ci dimenticheremo la bellissima luce che alle 20.00 illuminava i monumenti e le case intorno al mercati Traianei ( ne ho catturato un modesto esempio con la mia compattina)

Una serata comunque davvero interessante!!
Un saluto a tutti … ed alla prossima!

Guido, Luigino, Pino, Paolo

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4 risposte a Visita mostra fotografica RFF 2009 (16/06/2009)

  1. Paola scrive:

    Secondo voi come avrà fatto Verdezoto con le liberatorie? Le avrà chieste a tutti o solo ai soggetti in primissimo piano?

  2. Paolo scrive:

    Paola non lo so!
    E’ una delle paranoie per le quali fotografare le persone non mi diverte (o meglio non mi diverte più come una volta).
    Un salutone!

  3. Stefano scrive:

    Complimenti un bel reportage e bei commenti critici

  4. Paolo scrive:

    Grazie del passaggio Stefano!
    Vediamo se prima della chiusura organizziamo qualche altra uscita per questo evento annuale del RFF!
    Un salutone!

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